
Quello che è possibile consultare qui è l’album amicale di mio padre: Adler Ascari. Aveva poco più di 20 anni quando è stato mandato in guerra ed è stato fatto prigioniero in Africa.
Ha avuto la fortuna di essere catturato dagli americani e quindi ha subito una costrizione non paragonabile a quella che subivano chi era catturato dai tedeschi o anche dagli inglesi.
Mio padre ha passato tre anni in un campo di concentramento negli Stati Uniti a Monticello in Arkansas e Crossville in Tennessee. Durante la prigionia aveva tutto il tempo di pensare e dedicarsi alle cose che gli piacevano.
La sofferenza che ha patito e che si deduce solo dalle lettere che scriveva a casa era psicologica dovuta al fatto di non sapere che cosa stava succedendo in Italia e che cosa facessero in quel momento le persone a lui care.
Per il resto era una prigionia “dorata”, c’era abbondantemente da mangiare e molto tempo libero da passare con i compagni. Sfogliando l’album si possono vedere raccolti scritti, disegni, caricature fatti da mio padre, ma anche dai suoi compagni di prigionia.
Frasi a ricordo di quei giorni indimenticabili, parole di soldati, ragazzi di poco più di 20 anni. Nel 1944 mio padre aveva 27 anni. Oggi sarebbe un ragazzino!
L’album assieme al diario di prigionia, le lettere e le novelle che ha scritto mio padre sono depositate presso l’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano. Nel 2000 hanno avuto il premio come migliore manoscritto originale depositato quell’anno.