Agnes Heller: “La memoria autobiografica”


 Un libretto di sole 44 pagine reperibile solo in formato Kindle racchiude il pensiero della filosofa ungherese Agnes Heller su quello che per lei è la memoria autobiografica.

Per la Heller ma memoria autobiografica è racchiusa nell’identità personale di ciascuno, identità che però distingue in interna ed esterna: soggettiva ad oggettiva.

Ognuno di noi si divide, si fa per dire, in due rappresentazioni, di sé quella che ciascuno si crea con i propri ricordi e quella che gli altri si fanno di noi. Non necessariamente le due rappresentazioni coincidono, anzi quasi mai, ciò che pensiamo di noi stessi, la somma delle nostre esperienze, non è quasi mai il ritratto che le persone che ci conoscono hanno di noi. 

Questo perché l’immagine oggettiva che gli altri vedono è la somma delle nostre azioni pubbliche  mentre ciò che soggettivamente siamo è creato dalle nostre esperienze intime e dai nostri ricordi che quasi mai riveliamo al mondo.

Con ciò non vuol dire che ciò che mostriamo sia menzogna o finzione, significa solo che ognuno di noi si costruisce una identità oggettiva a seconda degli ambienti che frequenta delle persone che incontra  e anche, perché no? – degli scopi che vuole ottenere.

Ognuno di noi per rappresentarsi mette in atto dinamiche personali che tendono a far si che si possa rivendicare il rispetto che gli altri riconoscono nella nostra persona. Il rispetto di sé presuppone infatti la rivendicazione, da parte di un individuo del rispetto altrui Se gli altri mi rispettano, hanno una buona impressione di me, anche io mi sento meglio e mi rispetto di più. 

Ogni narrazione autobiografica è una invenzione che mettiamo in scena per gli altri, mentre la nostra identità interna, la vera nostra essenza, è costituita dalla nostra memoria personale. da ciò che ricordiamo, ma soprattutto da ciò che vogliamo ricordare. Una persona non fornisce mai identiche condizioni pe rla formazione delle proprie narrazioni autobiografiche. La dinamica del dimenticare e ricordare forma il materiale grezzo delle diverse rappresentazioni della personalità.

La presentazione di sé è principalmente una manifestazione di autoconservazione e autodifesa. È la corazza che ci costruiamo è l’io che riconosciamo. «Io sono ciò che ricordo di me».

Ma sono anche quello che narro di me, che racconto agli altri perché ciascuno ha il desiderio di raccontare storie su se stesso. Una stessa persona racconta, nella sua vita, parecchie centinaia di episodi autobiografici, difficilmente racconta la stessa identica storia due volte proprio perché ogni volta cambia il momento, l’interlocutore, l luogo…

La conclusione di questo utile libretto mi sembra molto bella. 

Esiste una certa somiglianza tra sogno e memoria autobiografica.entrambi sono “proprietà” del soggetto che sogna e che ricorda e che può decidere se raccontare o conservare per sé.

Formato Kindle € 2,99


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