Oggi è stata la prima volta che ho trovato disorganizzazione in ospedale, sono andata in centro per la visita di controllo di otorino, mi hanno fatto aspettare quasi un’ora e se non ero io a chiedere spiegazioni, sarei rimasta in sala di attesa fino a sera. In compenso però mi è capitata la dottoressa che mi piace di più, quella che mi ha fatto l’ago aspirato e che mi ha dato la notizia del tumore. Una donna con un carisma che sprizza da tutti i pori, capace, molto comprensiva, per niente sbrigativa. Mi ha visitato con la malefica telecamera sonda che va giù in gola con delicatezza, consapevole del fastidio che l’operazione produce. Ha confermato il muco che mi impasta la gola, e la secchezza che mi perseguita. Sembra una contraddizione, ma non lo è. Visivamente non si vede niente, ma, del resto, non si vedeva niente nemmeno prima… Devo aspettare la risonanza magnetica.
Sono arrivata a casa alle 2, dispiacendomi assai per il volontario che mi ha accompagnato e che mi aspettava fuori dall’ospedale.
Il resto della giornata è trascorso con un po’ di stanchezza, non ho acceso il computer fino a stasera, ma domani dovrò fare una cosa che mi preoccupa non poco, ordinare il computer nuovo. Si la cosa mi da un poco d’ansia, anche se mi sono consigliata con mio figlio, e ne ho discusso con lui moltissimo. Abbiamo idee diverse, lui ha abbandonato la Apple da qualche anno, io non mi decido a farlo e soprattutto non voglio farlo anche se significa spendere di più.
Ora sto usando il portatile, ma anche questo da segni di vecchiaia, infatti non funziona il WiFi e lo devo collegare a internet con un cavo ethernet. Dovrò farlo aggiustare, perché è la mia ancora di salvezza quando mi trovo a non poter disporre del computer fisso.
Sarò una decisione che mi costerà… sotto ogni aspetto…