Giornate forse…


Come in “quella” pubblicità esistono giorni no e giorni forse, giorni in cui non si sa dove si è e si vorrebbe stare da un’altra parte. Sarà stata la luna piena di stanotte a non farmi dormire… non so, so solo che l’ho fatta in bianco, con la radio accesa per farmi compagnia. Poi verso le sei, quando normalmente mi sveglio, mi sono riaddormentata per qualche ora. Ma non è servito a togliermi la stonatura di dosso. Sono uscita perché dovevo andare a ritirare le analisi fatte ieri, ma poi dopo pranzo sono piombata in un sonno pesante e senza sogni. Oggi avrei fatto fagotto e me ne sarei andata a nascondermi da qualche parte, come le bestie ferite che cercano la solitudine. Non ci sono strade facili quando il cammino è incerto e si vorrebbe solo stare a sedere a guardare nel vuoto, ma so di avere una destinazione da raggiungere che vale la fatica del cammino. Ora la mia tappa è arrivare a fare la risonanza magnetica che può dirmi a che punto della strada sono, se tutti i piccoli inconvenienti che si stanno disseminando sul cammino sono paracarri che devono stare lì a segnare la distanza o massi che devono essere superati. Spero che siano i primi, vorrebbe dire che il percorso, pur faticosamente, procede.

Stamattina nel rientrare a casa c’era il sole che brillava tra le foglie della vigna che fa da pergolato in giardino, riflessi di luce sui chicchi di cui ho dovuto/voluto fissare il ricordo. La bellezza della natura che si mette in mostra anche a nostro dispetto. Ci sarà la vendemmia? Ne ho assaggiato qualche chicco, solo per il gusto di staccare dal raspo le piccole perle dorate e succose, un po’ asprigne. È un peccato mangiarle, sono così belle nella loro casa, ma probabilmente ne andrò a rubare qualche grappolo… La vigna casalinga non è mia, ma è un peccato lasciarla marcire o lasciarla preda degli uccelli. 

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