
La parola auto-bio-grafia è una brutta parola, artificiale, senza anima, spoglia di evocazioni storiche e di risonanze poetiche. Così l’hanno considerata gli specialisti della critica letteraria. Ma questa parola così antipatica ha per lo meno il merito di dire quel che ci dice con rara precisione. Autos, è l’identità, l’io che ha preso consapevolezza di sé e indizio di un’esistenza autonoma; bios, sancisce la continuità vitale di tale identità, il suo sviluppo storico, le variazioni su un tema fondamentale […] Graphé, infine, introduce il mezzo tecnico che consente di scrivere qualcosa di sé stessi. La vita personale semplicemente vissuta, Bios di un Autos, è abilitata a una nuova rinascita grazie alla mediazione del Graphé.