4 dicembre 2014

È da stanotte che ci penso…
Mio padre era un bell’uomo. Alto, altezza è mezza bellezza, un portamento imponente, sguardo severo, sempre impegnato nei suoi interessi che comprendevano poco la famiglia. Quando i suoi interessi coincidevano con la famiglia allora anche noi eravamo trascinati nelle sue attività.

Mio padre era anche un narcisista, gli piaceva piacersi, gli piaceva quando lo chiamavano “maestro”, si sentiva “maestro”, era un “maestro”. È crollato quando ha capito che forse essere “maestro” non contava niente.

Mio padre aveva una famiglia, che spesso però non coincideva con quella che abitava con lui. Era composta da tutte le persone che soddisfacevano il suo desiderio di essere considerato un “maestro”.

Mio padre era anche un egoista, pensava molto a se stesso, a soddisfare il suo desiderio di essere un “maestro”, impegnato a vedere il suo nome scritto nelle attività che faceva, a desiderare di essere indispensabile alle persone che stavano vicino a lui. Era bravo a rendersi utile e quindi a rendersi indispensabile. È crollato quando non hanno più avuto bisogno di lui.

Mio padre era anche un padre, mi ha cullato, mi ha ascoltato, forse mi ha capito, è stato il mio “maestro”, quello che mi ha insegnato a leggere e a scrivere, senza mai rivolgersi a me direttamente, lui faceva il “maestro” agli altri e io imparavo.

Mio padre era anche infelice, lo si capiva dalle sue sortite fuori casa, dagli impegni che cercava nel lavoro, dal suo chiudersi nello studio, dal suo fuggire in ufficio, dalle telefonate sempre di lavoro, dai suoi silenzi, dalla sua ricerca di compagnia, dalla sua paura della solitudine.

Mio padre era anche un traditore. Ha tradito per anni mia madre e anche noi figlie. Ha consegnato ad altri la nostra vita senza che noi lo sapessimo.

Mio padre era anche generoso, si prodigava per tutti, si rendeva disponibile, mi accompagnava alle feste, ed era orgoglioso delle sue figlie.

A mio padre piaceva viaggiare, aveva trovato il modo di farlo senza spendere troppo, lo faceva per lavoro, ma anche per diletto.

Mio padre era curioso, gli piaceva leggere, aveva tanti libri in casa, comprava il giornale e si teneva informato, amava il cinema e il teatro, da giovane aveva anche recitato.

Mio padre non c’è più, se ne è andato all’improvviso esattamente 16 anni fa, e forse è per questo che oggi è così presente, mi sta accanto da stanotte e con una sua mano tiene la mia che sta scrivendo di lui. Non lo sapevo, solo quando ho indossato d’istinto il suo maglione ed ho guardato il calendario ho preso consapevolezza che proprio oggi è l’anniversario della sua morte.


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