28 ottobre 2009

Raffaello – La scuola di Atene

Le cure, va ribadito, sono un’opportunità dovuta, sacrosanta, un diritto universale. Occorre che le istituzioni facciano di più per garantirle, che non venga fatto mancare nulla affinché diminuisca la quota smisurata degli infelici curati male. Tuttavia, una buona riuscita educativa non ne è l’automatica derivazione. Poiché una overdose di attenzioni, di protettività, sia per i maschi sia per le femmine, equivale sovente a una privazione del peso (questo parimenti educativo) svolto dai vissuti conflittuali, da quel prendersi cura anomalo che invece di togliere di mezzo gli ostacoli li va a cercare per metterli sul cammino di chi sta crescendo. Anche questa è cura, deve essere chiaro. Poiché l’atteggiamento in controtendenza al precedente mostra in ogni caso di prefigurare un destino, di avere a cuore le sorti di chi non potrà crescere sempre in culla. Dalla quale dovrà essere aiutato a prendere le distanze, per poi darle fuoco simbolicamente. Forse madri e padri sono diventati troppo curanti più che educanti.

Duccio Demetrio – L’educazione non è finita – p. 59

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