
La routine di tutti i giorni è accettabile. Una ventina, trentina di verbi fondamentali siamo riusciti a non perderli, e a usarli nelle circostanze appropriate. solo che non ce la facciamo a passare dall’uno all’altro, non sappiamo da dove vengono e dove vanno: non siamo in grado di variarli, dargli un tempo, una maniera, una sfumatura.
Perché qui sta il problema essenziale: abbiamo perso tutte le sfumature. E con le sfumature i sentimenti che le accompagnano o le provocano. “Amare”, ad esempio, a un solo senso per tutti. Quando qualcuno pronuncia quel verbo, le associazioni logiche che produce la nostra mente sono sempre quelle e di lì non si esce: “forte bisogno fisico e fastidio per la mancanza dell’oggetto (esponente altissimo, direi dieci); possesso, matrimonio, figli, eredità, sesso secondo necessità”.
Ma io, io sono salvo, indenne. Io so i nomi, e le sfumature, e resto in attesa.
Intanto racconto.
Roberto Vecchioni – Il libraio di Selinunte
Rispondi