25 maggio 2009

– Pieter Bruegel the older – La torre di Babele –

La vita è un labirinto inestricabile, e ogni creatura, persa nella solitudine, erra in silenzio alla ricerca di una qualche via di fuga dal tragico destino della propria esistenza. Solo i legami dell’amicizia e dell’amore che intesse con gli altri vagabondi del medesimo labirinto – paragonabili a quello che verrà chiamato il “filo d’Arianna” – gli danno il coraggio di continuare a cercare, di avanzare ogni giorno. Senza di essi, l’uomo sprofonderebbe nella follia, si renderebbe conto di essere nulla, si darebbe la morte. Ma egli sa che anche gli altri sono in cerca dell’uscita, e sente il dovere di star loro accanto nella ricerca. Poiché egli, per sua sfortuna – per sua grande sfortuna -, è convinto che ve ne sia una. Ed è per questo che resta in vita: è per questo che, del labirinto dell’esistenza, egli fa una prigione dorata che potrebbe un giorno trasformarsi nel suo paradiso.

Maxence Fermine – Il labirinto del tempo – p. 232


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