23 maggio 2009

– Le fate scribacchine – Il libro –

Il potere magico dell’autobiografia
C’era una volta… tutte le fiabe cominciano così e anche io per narrare la storia che sto per raccontarvi comincerò con c’era… anzi, c’erano una volta cinque donne, donne normali, né belle né brutte, né alte né basse, né vecchie né giovani, di quella normalità indefinita che non fa girare nessuno per la strada quando la incontri. Ognuna transitava per la vita col suo zainetto sulle spalle che conteneva la propria storia, zainetti tutti diversi e di peso differente perché sempre diverse sono le storie e i ricordi possono essere più di meno pesanti a seconda delle esperienze incontrate sulla via.
Tra loro si conoscevano, chi più, chi meno, le loro strade si erano incrociate e poi divise e poi ancora incrociate, qualche volta erano corse parallele, qualche volta una o due di queste donne normali avevano condiviso lo stesso sentiero.
Un giorno una di loro sentì parlare un’amica di autobiografia e capì che avrebbe potuto mettere su carta e scrivere una parte del contenuto del suo zainetto, ne parlò con le altre e consigliate dalla solita amica chiamarono una persona che le avrebbe potute aiutare a realizzare il loro progetto.
Non sapevano che cosa sarebbe successo quando incontrarono per la prima volta la loro Guida, sapevano solo che avrebbero per un po’ di tempo percorso una strada comune, come quando si va in montagna e serve una guida per salire sentieri impervi, evitare crepacci, camminare su crinali, in equilibrio tra il qui e il là, tra il prima e il dopo seguendo un percorso a volte tortuoso e difficile.
Non sapevano nemmeno quale sarebbe stata la loro meta, sapevano solo che avrebbero dovuto impegnarsi a scrivere e che solo la traccia lasciata dalle loro parole le avrebbe guidate in un luogo misterioso, indefinito, che loro chiamavano “conoscenza di sé”, “recupero della memoria”, “curiosità”.
All’inizio erano titubanti, i loro passi incerti, la loro scrittura frammentata, le voci quando leggevano i loro scritti era timorosa, le parole venivano pronunciate quasi sottovoce, ognuna era incredula che un silenzio profondo le accompagnasse, che venissero accolte, ascoltate e fatte proprie in una condivisione che diventava via, via sempre più profonda.
Nel tragitto, verso il luogo misterioso che le attendeva, gli zainetti diventavano sempre più leggeri perché i ricordi dolorosi venivano condivisi e diventavano, non meno dolorosi, ma un po’ più sopportabili. Scrivevano tanto le cinque donne, riempivano quaderni di parole, di disegni e di poesie, diventavano sempre più sicure nei tratti che la penna lasciava sui fogli, a volte sembrava loro di non avere niente da dire e poi un torrente usciva quasi inaspettato a riempire le pagine bianche.
Loro non lo sapevano ma la loro Guida se ne accorgeva; stavano cambiando, una magia si stava compiendo complici le parole scritte e raccontate condite con le lacrime versate ridendo e le risate sparse piangendo, le cinque donne a poco a poco si stavano trasformando in cinque fatine dirette alla Montagna delle Fiabe.
Le storie, le loro storie di vite normali, estratte dagli zainetti, stavano diventando luccicanti racconti da regalare a tutti i bimbi del mondo. Le loro esperienze, filtrate dalla magia, diventavano testimonianze, narrazioni, fiabe da scoprire la sera prima del sonno per far si che la realtà entrasse un pochino nei sogni di chi le leggeva.
Le cinque donne erano diventate alla fine del cammino Fatine Scribacchine, col cappello a punta e le pantofoline con la punta all’insù, adagiate su una nuvola, per stare più comode, ma con gli occhi tenacemente girati sulla terra per raccontare le storie vere che attraverso metafore semplici possono essere capite dai bambini e anche dai grandi.
La loro Guida le ha lasciate sulla cima del monte, l’ultimo balzo per raggiungere la nuvola l’hanno fatto da sole tenendosi per mano, con la penna sull’orecchio e la carta per scrivere nella tasca del grembiule. La Guida le guarda dal basso ed è felice per loro, quello che doveva essere fatto è stato fatto, ora non le rimane che scendere per andare incontro ad un altro gruppetto di aspiranti fate e maghi scribacchini che vogliono fare il viaggio con la loro autobiografia.

Ada Ascari (oggi sto con le Fate)


Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: