
Il primo giorno di lezione, in riva al fiume ancora immerso nell’alba, il vecchio Soseki chiese a Yuko di chiudere gli occhi e di immaginare il colore.
“Il colore non è all’esterno. Esso è in noi. Solo la luce è fuori,” disse. “Cose vedi?”
“Nulla. Con gli occhi chiusi vedo solo del nero. Perché voi no?
“No,” rispose Soseki. “Io vedo ancora il blu delle rane e il giallo del cielo. Allora chi è più cieco tra noi due?”
Yuko avrebbe voluto dirgli che il cielo non è giallo, néle rane sono blu, ma si astenne da qualsiasi commento. Forse il vecchio era ammattito. O semplicemente rincitrullito. Non voleva contrariarlo.
“Maestro,” disse, “comincio a vedere.”
“Cosa vedi?”
“Vedo il rosso degli alberi.”
“Sciocco,” disse Soseki. “Questo è impossibile. Qui non ci sono alberi.”
Maxence Fermine – Neve – Saggi di narrativva Bompiani
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