2 agosto


strage-bologna-foto-3squarcioCi sono avvenimenti che segnano uno spartiacque, anche dopo anni si ricordano con vivezza e si ricorda il momento esatto in cui sono accaduti. Uno di questi è la strage della stazione di Bologna il 2 agosto del 1970. Ogni anniversario è un rivivere la giornata in cui ho saputo di questo tragico attentato.

Stavo partendo per le vacanze, anzi ero già partita da un giorno, con la roulotte al traino stavo andando in Sicilia con mio figlio, un amico e sua figlia. La sera prima avevamo fatto tappa in un campeggio vicino a Napoli, perché avremmo dovuto prendere il traghetto che ci avrebbe portato alla nostra destinazione. Non volevo andare via terra, troppo lungo il viaggio sulla Napoli – Reggio Calabria una autostrada che anche allora, soprattutto allora, era abbastanza pericolosa e interminabile. L’Italia è lunga.

Ero quindi in un campeggio, avevamo appena pranzato ed ero andata a lavare i piatti nei servizi, quando ho sentito alla radio del campeggio la notizia che un attentato era stato commesso alla stazione di Bologna. Allora non c’erano internet o la possibilità di avere notizie in tempo reale, ma ricordo bene che mi precipitai alla roulotte e accesi la radio. Moltissime stazioni erano collegate con Bologna e le notizie si accavallavano. Non riuscivo a capacitarmi che fosse successa una cosa tanto grave e terribile. Purtroppo era tutto vero e la conferma l’ebbi al mio primo passaggio a Bologna.

La stazione di Bologna è da sempre per me un punto di passaggio cruciale, abitando a Modena e studiando a Firenze transitavo da lì minimo due volte a settimana, conoscevo a menadito le sale di attesa, i sottopassaggi percorsi di corsa quando dovevo prendere le coincidenze, le pensiline, i rivestimenti di marmo delle scale, le salette -ora non ci sono più- di attesa sui binari che consentivano un minimo di protezione dal freddo in inverno.

Anche oggi, quando transito per Bologna non posso fare a meno di passare davanti al grande squarcio della sala di attesa al primo binario, mi da sempre una commozione intensa, mi sento piccola a indifesa, come le persone che hanno perso la vita quel lontano giorno.

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