
Le foglie. Le donne. Le guardo.
Le guardo nella loro bellezza
dove si incontrano e approdano
tutte le stagioni della vita,
nelle loro turgide forme
dove si generano curve, sinuosità e pieghe,
nel loro desiderio di libertà
dove si perdono sogni e speranze.
Le nomino – le foglie, le donne –
nella unicità che le distingue,
nel colore purpureo che sempre le àltera,
nel portamento che le fa regine o schiave
a dondolare, a pendere, a interrogarsi , a smarrirsi,
su quei lunghi o corti peduncoli
che le costringono, rassicurate,
dentro le loro morbide culle.
Ma quando, alla fine, quel vermiglio colore,
– l’amore che consuma e che distacca –
le abbandonerà al vento,
– le foglie, le donne – inebriate di libertà,
vivranno quella loro breve stagione
sole, uniche, irripetibili.
Anna Maria Volpini – Lezione di vermiglio – 16 novembre 2000
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