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Tempo fa scrivevo che c’è un rapporto tra la lentezza e la memoria, oggi ho scoperto che la lentezza, il rallentare porta anche ad una maggiore attenzione per i dettagli. Mi sono fermata a guardare le orme degli uccelli sulla sabbia stamattina, ho osservato le onde che lentamente arrivavano sulla spiaggia, piccole creste di spuma bianca che disegnavano archi ogni volta diversi sulla battigia. Ho fatto ghirigori col dito così come dice Tabucchi, e nel fare i ghirigori mi sono ricordata tante cose: dettagli, piccoli gesti, a volte solo accennati, parole dette a mezza voce, passi di danza, volti… Tutto è dettaglio mentre avviene, ma ogni dettaglio va a inserirsi nel grande quadro/disegno che siamo noi, proprio come i ghirigori sulle briciole di sabbia e le orme lasciate da un gabbiano.
“La vita non è in ordine alfabetico come credete voi. Appare… un po’ qua e un po’ là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle dopo, è un mucchietto di sabbia, e qual’è il granello che sostiene l’altro? A volte quello che sta sul cucuzzolo e che sembra sorretto da tutto il mucchietto, è proprio lui che tiene insieme tutti gli altri, perché quel mucchietto non obbedisce alle leggi della fisica, togli il granello che credevi non sorreggesse niente e crolla tutto, la sabbia scivola, si appiattisce e non resta altro che farci ghirigori col dito, degli andirivieni, sentieri che non portano da nessuna parte, e dai e dai, stai lì a tracciare andirivieni, ma dove sarà quel benedetto granello che teneva tutto insieme… e poi un giorno il dito si ferma da sé, non ce la fa più a fare ghirigori, sulla sabbia c’è un tracciato strano, un disegno senza logica e senza costrutto, e ti viene un sospetto, che il senso di tutta quella roba lì erano i ghirigori.” (Tristano muore)