
Norina G.
Sei stata la maestra
dei puntini e delle aste,
della matita prima
e del pennino poi…
Vennero le biro
ma tu non le volevi,
e la stilografica
a malincuore tolleravi.
«Disimparate a scrivere,»
– dicevi –
«perderete la calligrafia».
Ci leggevi piangendo
il libro Cuore,
recitavi piangendo
La cavallina storna,
e noi composti
con le braccia in seconda.
La festa del risparmio…
Il giorno freddo dei morti…
La festa degli alberi…
La Radio per le scuole…
Sì, ricordo…
e ricordo anche
che il gioco non c’era,
non c’era mai…
Ma era così,
non era tua la colpa.
Noi, bambini del ’50,
avevamo poi la strada.
———————
Eri bravino, sì,
ma tanto gracilino,
e in prima non parlavi.
Poi a poco a poco
sei cresciuto,
sei riuscito,
e all’esame di quinta
sei stato bravo.
Io non ero più con voi,
c’era quel giovane maestro
tanto severo…
Ma io vi seguivo sempre,
eravate sempre i miei scolari.
Alfredo Tamisari – Nello specchio del ricordo – pp.72/73
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