13 ottobre 2009

Jean-Baptiste Siménon Chardin – Fanciulla con volano

La mia memoria non è granché. Con questo voglio dire che non solo ho dimenticato molte delle cose che mi sono successe nella vita – e questa è sicuramente una benedizione – ma che addirittura ci sono lunghi periodi di tempo dei quali semplicemente non riesco a darmi conto, non riesco a far riemergere i paesi e le città in cui ho vissuto, i nomi delle persone, le persone stesse. Il vuoto. Ma riesco a ricordarmi alcune cose. Cose piccole: qualcuno che dice qualcosa in un modo particolare; la risata nervosa, irrefrenabile o trattenuta di qualcun altro; un paesaggio; un’espressione di tristezza o di smarrimento sul viso di qualcuno; e riesco a ricordare alcune cose drammatiche: qualcuno che prende un coltello e mi affronta con ira; o magari sento la mia stessa voce che minaccia qualcun altro. Vedo uno che butta giù la porta, o che magari ruzzola lungo una gradinata. Alcuni di quei ricordi più drammatici li posso richiamare quando occorre. Ma non possiedo il tipo di memoria capace di far rivivere intere conversazioni, complete di tutti i gesti, tutte le sfumature del discorso reale; e non posso neanche ricordare l’arredamento di alcuna delle stanze nelle quali ho passato del tempo, per non dire della mia incapacità di ricordare l’arredamento di un’intera abitazione.

Raymond Carver – Il mestiere di scrivere – p. 17

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