
Non ricordo bene che cosa stessi facendo: so che ho alzato lo sguardo verso la finestra, fissavo qualcosa, un tetto, un’altra finestra, o la forma di una nuvola, non so nemmeno quanto tempo sia durato: se pochi secondi o qualche minuto. Di certo so che, dopo un attimo, non era più un albero o un comignolo che stavo fissando, ma qualcosa di diverso, da principio una forma confusa, uno spazio che si andava riempiendo di altre cose, credo la tua voce per prima, ma non la tua voce fisica, quella che hai per davvero, ma una voce quasi immaginaria fatta piuttosto del colore dei tuoi capelli, dello sguardo che mi ha colpito la prima volta, di certe smorfie che fai, persino dell’odore che hai in quello spazio che c’è sul collo tra pelle e vestiti.
Carlo Castellaneta – Dizionario dei sentimenti, Amore – p.39